Gli scopi

Il sito intende farsi conoscere e lavorare in favore della ricerca archeologica della Valdera, una terra dove tale ricerca è stata condotta metodicamente solo negli ultimi 20 anni e non solo vuole occuparsi anche della cultura, delle tradizioni e dell’ambiente in special modo della nostra terra: la Valdera e le colline pisane.

Il sito intende farsi conoscere e lavorare in favore della ricerca archeologica della Valdera, una terra dove tale ricerca è stata condotta metodicamente solo negli ultimi 20 anni e non solo vuole occuparsi anche della cultura, delle tradizioni e dell’ambiente in special modo della nostra terra: la Valdera e le colline pisane.

Una terra piena di storia e di risorse: tanto da scoprire, tanto da imparare, tanti sapori, tanti profumi e tante tradizioni da conoscere. La Valdera è un territorio finora conosciuto solo superficialmente.

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Da non molto tempo qualcuno si sta proponendo di presentare, per scopi turistici, alcune bellezze di questo territorio, pensando così di produrre la sua valorizzazione. Purtroppo questo non basta e può anzi produrre uno sfruttamento sconsiderato delle cose: la valorizzazione più giusta e profonda passa dalla conoscenza capillare del territorio e delle cose che si presentano: i luoghi, i ruderi, le opere d’arte, le storie, il paesaggio ecc. Un paesaggio capace di parlare in prima persona a chiunque sia attento e sensibile: l’architettura del paesaggio è basata sulla evoluzione naturale del suolo che ne determina la morfologia, sul continuo e millenario evolversi delle specie animali e vegetali, sulla sua storia antica e recente, dal lavoro e dalle tradizioni delle popolazioni che hanno vissuto in questa terra, le quali non hanno modificato in modo profondo la sua geologia ed il paesaggio. Forse questo non è avvenuto in modo cosciente e fu invece un modo del tutto casuale in quanto l’adattamento di questa popolazione alla sua terra fu un fatto contingente. Osservando oggi i piccoli borghi che sorgono sulle colline che fiancheggiano l’Era, quanto detto sopra, risulta evidente, infatti è facile riscontrare la necessità di rendere coltivabili i terreni  nelle valli pianeggianti dell’Era, del Cascina e nelle basse colline circostanti perché questi davano una grande produzione cerealicola ma nel contempo portava i poveri contadini a doversi arrangiare per vivere con quasi una monocoltura che se trovava un clima avverso significava un anno di lavoro gettato al vento. Un buon podere doveva poter dare la prospettiva di colture il più possibile diversificate, alcune più adatte alla pianura, altre colture ed anche l’allevamento in collina. Questa è stata la ragione per la quale dall’antichità sono nati sulle colline tanti piccoli centri abitati con economia quasi esclusivamente agricola.

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Erano altri tempi, ci si spostava a piedi e comunque i mezzi di locomozione, quando c’erano, erano lenti e rari, per cui le popolazioni vivevano in piccoli centri abitati vicino alle terre da coltivare tanto che fino all’inizio del novecento si  continuava a sfruttare la logica antica dell’incastellamento: “PROTEGGERE E DOMINARE” che prima era caratteristica della società feudale e più tardi della società borghese. Per questo in vari borghi della Valdera è rimasta una architettura di tipo medioevale di sicuro fascino, e le popolazioni di alcune zone di alta collina sono ricorse a coltivazioni su terrazzamenti, una produzione quasi sempre scarsa e dura da praticare. Anche lo sfruttamento dei prodotti dei boschi: legname, carbone, castagne ecc. non si può certamente considerare un lavoro leggero.

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Quindi una vita dura e pochi mezzi hanno fatto sì che la geologia, la fauna e la flora della Valdera non abbiano risentito più di tanto la pressione umana e conservassero le loro caratteristiche. Di questo si sono accorti i nobili ed anche le famiglie borghesi delle città vicine che hanno costruito in Valdera le loro dimore di campagna, proiettando nella campagna lo sfarzo delle loro dimore cittadine, così il territorio contiene opere d’arte che dopo lo spopolamento del territorio, per troppo tempo non sono state convenientemente valorizzate. Nelle colline pisane e nella Valdera infatti sono cadute in rovina o soggette ad un recupero tardivo diverse residenze storiche quando non sono state riconvertite, smembrate o divise senza conservarne la memoria storica. I ricchi borghesi, gli aristocratici potevano permettersi il lusso di queste dimore, perché le loro campagne rendevano, il loro “fattore” dirigeva i poderi, guardava se nella famiglia contadina c’erano figli maschi ossia braccia forti per lavorare e trovava nell’ambito del contado la servitù necessaria quando il “Padrone, la sua famiglia e i suoi amici decidevano di passare un periodo in campagna. Quando questo tipo di vita non fu più possibile per lo spopolamento delle campagne ecco che queste residenze vennero trascurate ed anche gli estesi terreni di pertinenza caddero in uno stato di degrado.

Era giunto il boom economico e i paesi di collina si sono spopolati perché l’industria, sempre ubicata nei centri più popolosi della pianura assorbiva personale e i lavoratori della terra videro questo fenomeno come la possibilità di un guadagno sicuro e certamente più alto di quello che dava la terra: “si lavorava anche se pioveva o faceva freddo” e non si perdevano raccolti a causa delle intemperanze del clima. Inoltre il contadino si sentiva inferiore rispetto all’operaio dell’industria e difficilmente si trovava favorito, per diversi motivi, anche per formare una famiglia. Molti territori sono stati così abbandonati: terreni, campi terrazzati che prima degli anni sessanta del novecento costituivano un giardino, risultano oggi abbandonati ed alcuni comuni delle colline pisane superiori hanno oggi una densità di popolazione tra le più basse della Toscana.

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Con quanto precede, tuttavia, non dimentichiamo che la bellezza di questa terra non dipende solo dai grandi aristocratici e/o ricchi borghesi proprietari terrieri, questi hanno solo comandato, ma in concreto sono stati gli “ignoranti, poveri, sporchi e poco significativi contadini” che hanno contribuito non poco all’architettura di questa terra, infatti ogni luogo nel quale hanno vissuto, interagito e versato il loro sudore acquista un significato profondo. La Valdera e le colline pisane nei millenni sono state imbevute del loro sudore, sono state modellate dalle loro fatiche, ogni sentiero che essi hanno percorso, ogni zolla che essi hanno mosso e che nessuno potrà più rimettere al suo posto, acquista un significato non solo storico ma diviene nel suo insieme un’opera d’arte impressa nel suolo che calpestiamo. E’ con questi pensieri che dobbiamo percorrere questi luoghi, ogni luogo della Valdera e delle colline pisane ha una ragione di essere, una sua storia particolare attraverso la quale è giunto a noi così come lo vediamo e lo percepiamo. In questi luoghi ci troviamo immersi in un fantastico mondo di tradizioni, di odori e di antichi sapori. In definitiva colui che riesce a vivere veramente questa terra non potrà fare a meno di trovare un legame con questa, e tornerà per ritrovare la distensione, la serenità e l’immancabile amicizia con la gente del posto: questa semplicità vissuta si chiama benessere.          L.E.

Ultimo aggiornamento

5 Luglio 2023, 10:57